Archivi del mese: luglio 2008

Dino Buzzati, “Sulle Dolomiti – Scritti dal 1932 al 1970”

In primis gran lode a Meridiani Montagne, la bella rivista di montagna diretta da Marco Albino Ferrari, per l’iniziativa di allegare ad ogni propria uscita un fascicolo della collana Montagne Narratori, dedicata a grandi personaggi che abbiano animato la storia passata e presente dell’alpinismo e della montagna in generale, e che nel contempo di questa propria presenza ne abbiano scritto… Personaggi spesso notevoli, a volte eccezionali come forse solo l’alpe riesce a generare, quasi che li scolpisse direttamente dai propri elementi naturali, in agili libretti di circa 100/150 pagine o poco più, nelle quali sono riuniti scritti editi e inediti tra i più significativi dei personaggi stessi: un’iniziativa, ripeto, veramente preziosa tanto quanto meritoria della quale possono godere (spero di non sbagliarmi) non solo gli abbonati alla rivista ma anche altri, e dunque per ogni ulteriore informazione in merito potete contattare l’e-store della Editoriale Domus, oppure il servizio clienti del quale trovate i riferimenti qui – dacché, sia chiaro, sono volumi che al momento non si trovano nelle librerie.
In ogni caso lo scrivente se ne è accaparrati parecchi dei volumi della collana, e la lettura di essi – giusto per dimostrare l’eccellenza delle firme di essi – è iniziata con la raccolta di scritti di un grandissimo della letteratura italiana del Novecento: Dino Buzzati e il suo Sulle Dolomiti – Scritti dal 1932 al 1970, che peraltro rappresenta proprio il primo dei fascicoli della collana.
Di Dino Buzzati, appassionato seppur discreto alpinista, innamorato in particolare delle Dolomiti (Pale di San Martino e Civetta su tutte), oltre che, ovviamente, giornalista, scrittore e pittore, che si può dire, più di ciò che si deve dire e che si è già tanto detto?… Anche negli scritti pubblicati nel volume, che si potrebbero benissimo considerare tracce “secondarie” rispetto alle pietre miliari della sua produzione letteraria, c’è tutta la sua grandezza, lo stile raffinato eppure leggero, evocativo, a tratti quasi surreale, capace di ammantare ogni cosa narrata, che sia gioiosa o triste, di una specie di aura fiabesca – nonostante, lo ribadisco, si trattino nella gran parte di scritti meramente giornalistici… Vi si ritrova la fantasia de Il Segreto del Bosco Vecchio, il quid onirico dei 60 Racconti, la suggestività de Il Deserto dei Tartari – eppure Buzzati scrive di scalate, di difficoltà tecniche, di sesti gradi, di corde doppie e chiodi piantati nella roccia, di cose, insomma, delle quali si potrebbe pensare tutto meno che possano essere dotate e/o dotabili di suggestioni letterari… Ma, lo ribadisco, Buzzati è un grandissimo, non c’è molto altro da aggiungere…
Se dovessi indicare qualcuno degli scritti tra quelli presenti che più mi ha reso bella la lettura, potrei indicare L’ultima giornata di Tita Piaz o Un meschino agguato distrusse l’arte prodigiosa di Emilio Comici, delicato omaggio al celebre alpinista triestino (peraltro due grandi alpinisti accomunati da un identico assurdo destino: capaci sulla roccia di imprese al limite dell’impossibile, e morti per fortuiti e banalissimi incidenti, Comici scivolando da una paretina elementare, Piaz addirittura cadendo da bicicletta…) – ma, come sempre in questi casi, si tratta di dover indicare un paio tra tanti diamanti egualmente splendenti, dunque un’operazione ardua e forse pure pleonastica… Leggetelo, ovvero procuratevelo, lo merita veramente, dacché non serve essere appassionati di montagna per godere del suo grande fascino letterario…

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Traffic Gallery: news e appuntamenti per Karin Andersen, Otolab, Clara Luiselli, Christian Rainer

Ricevo&segnalo da Traffic Gallery di Bergamo i seguenti eventi di alcuni dei propri originali e affascinanti artisti:

KARIN ANDERSEN:
20 July – 7 September 2008, Sovramonte (BL), Italy
Il Drago di Giorgio @ Lab 610 XL
curated by Alberto Zanchetta

OTOLAB:
23 August 2008, Forte Umberto I, Isola Palmaria, Portovenere
Geniusloci – cRack!
curated by Anna Maria Monteverdi
otolab presents circo ipnotico – live audiovisual performance
www.geniusloci2008.org

CLARA LUISELLI:
10 – 16 August 2008, Berchidda (SS), Italy
Time in Jazz Festival
www.timeinjazz.it

CHRISTIAN RAINER:
6 August 2008, time 20.00, Casacalenda, Campobasso, Italy
Turn Love to Video @ Molise Cinema
www.myspace.com/christianrainer

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Fino al 5 Agosto a Varenna, i “Nudi” di Angela Policastro


Mi spoglio o mi vesto, tecnica mista su tela (2008), cm.60×80

Angela PolicastroNudi
Mostra personale

Galleria Lallihome, Varenna (LC)
dal 29 luglio al 5 agosto 2008
con il patrocinio del Comune di Varenna

VERNISSAGE MARTEDI’ 29 LUGLIO, ORE 18.00

La Galleria Lallihome, nello splendido scenario del ramo lecchese del Lago di Como, ospita dal 29 luglio al 5 agosto la mostra personale dell’artista torinese Angela Policastro. Una quindicina i lavori esposti, tutti inediti e parte integrante di una serie interamente dedicata al corpo. Ostentato o pudicamente richiuso su se stesso, di giovani donne procaci o di figure di una purezza quasi efebica, il corpo nudo diventa protagonista assoluto. Con questa mostra si apre un capitolo nuovo nell’ambito della produzione della Policastro, sinora incentrata sull’infanzia, pur nei suoi molteplici e contraddittori aspetti (ora negata ora allegra e spensierata, come è giusto che sia). È l’artista stessa ad affermare: “Quello che mi interessa studiare ed affrontare sono le problematiche e gli aspetti della società contemporanea, ed il nudo e la nudità rispecchiano molto le ideologie odierne, nel senso che oggi si sta osservando questo fenomeno dell’esibirsi: bisogna mostrare il proprio corpo in tutti i modi ed a tutti i costi per “apparire”… Però sono solo corpi che non ci rendono partecipi, non ci coinvolgono; non ci emozionano, sono vuoti. Invece quello che mi preme, quello che fa parte del mio lavoro e della mia ricerca, è coinvolgere lo spettatore, renderlo partecipe dell’opera, viverla”.
Quella adottata da Angela Policastro è, da sempre, una tecnica mista: colori acrilici uniti alla sabbia ed alla colla vinilica, a cui si aggiungono, in questi ultimi lavori, caffè e carboncino. Sottolinea ancora l’artista: “Una tecnica in cui si fondono pittura e disegno. Il caffè lo uso molto spesso per gli schizzi, quindi per il disegno. Mi serviva un colore più morbido, più naturale possibile; è una tecnica appresa al liceo e da cui non mi sono mai separata”.

L’esposizione è curata da Adelina Allegretti, storico dell’Arte, giornalista, Tutor del Master curatoriale in “Landscape Design” all’Accademia di Belle Arti di Brera. Specializzata in organizzazione e curatela di eventi espositivi legati all’arte contemporanea, Adelinda Allegretti svolge un ruolo di trait d’union tra gli artisti che desiderano esporre le loro opere e gli spazi pubblici e privati. La mostra viene studiata in ogni sua parte: dalla selezione dei lavori alla redazione del testo critico, dal trasporto delle opere all’allestimento, dalla pubblicazione del catalogo al fundraising, dall’ufficio stampa fino alla gestione della vendita delle opere.

Infos:
GALLERIA LALLIHOME
Contrada Giovanni Battista Pirelli, 16
23829 Varenna (Lecco)
Tel. +39.333.2144130, +39.333.4850850
Per ogni ulteriore informazione: www.allegrettiarte.com

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“Vetrine d’Autore”, il nuovo programma radio di poesia di Tiziana Curti

Ricevo&segnalo ben volentieri da Tiziana Curti il suo nuovo programma radiofonico interamente dedicato alla poesia: un altro piccolo/grande e prezioso “regalo” di Tiziana per la promozione di una cultura (che non è solo letteraria!) di cui non se ne avrebbe mai abbastanza…

“Da lunedì 14 luglio è iniziato sulle frequenze di RADIOBLABLANETWORK.NET (la radio è online) VETRINE D’AUTORE, il programma da me condotto che si occupa di poesia: sono 15 minuti a disposizione per presentare ogni volta un nuovo autore, dunque se volete partecipare anche voi con le vostre opere contattatemi al più presto, stiamo preparando il palinsesto per Settembre.
Se siete interessati basta inviarmi il vostro curriculum e quattro poesie, il questionario per l’intervista vi sarà inviato successivamente al momento della conferma; è richiesto un piccolo contributo di 5 €.
Sono sicura che la cosa vi interesserà! Ascoltate la radio alle ore 08,30-14,00-18,00: VETRINE D’AUTORE vi aspetta!”
Tiziana Curti

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La bellezza (della cultura e dell’arte) salverà l’Italia…


Immagine tratta da: www.comune.eboli.sa.it/…/iquartieridieboli.php

Qualche giorno fa ho trovato un commento al post dedicato da Cronache da Thule alla XII Edizione del Concorso Internazionale di Poesia “Il Saggio – Città di Eboli”, firmato da Vitina Paesano, segretaria del Centro Culturale Studi Storici, ente organizzatore del concorso – a sua volta già stato “ospite” del blog. Quel commento, grazie al consenso dell’autrice, lo voglio qui “ufficializzare” in forma di post, per come lo ritenga preziosamente emblematico di quel dinamismo culturale (e non solo) che esiste e opera in Italia con ottimi risultati, da parte di tante piccole/grandi associazioni culturali le quali, con la loro attività, riescono a far che l’immagine italica non sia definitivamente spazzata via dalle innumerevoli bassezze di cui la sua cronaca quotidiana è ben infarcita… Ed è anche un modo per omaggiare e ringraziare ognuna di queste associazioni e le persone che le animano (naturalmente qui “uso” il Centro Culturale Studi Storici di Eboli soltanto in veste paradigmatica, non certo per qualsivoglia favoritismo o cose del genere!), fautrici di un dinamismo che è aria purissima e indispensabile per qualsiasi civiltà, se voglia ritenersi tale, ovvero ambito virtuoso nel quale ritrovare un’armonia sociale altrimenti fin troppo corrosa…”La bellezza salverà il mondo” proclamò il principe Miškin ne “L’Idiota” di Dostoevskij: beh, se è vero come vero che la cultura e l’arte sono fonti primarie di “bellezza”, con le suddette associazioni all’opera almeno questa di siccità, speriamo, l’Italia riuscirà a non soffrirne!…

(…) Io sono la segretaria del Centro Culturale Studi Storici che organizza il Concorso di Poesie “Il Saggio” Città di Eboli…Sono anni e anni che cerchiamo di ingrandire questa famiglia di poeti, perchè il fine del nostro appuntamento è solo questo: il ritrovarsi di amici dopo lungo tempo, amici che portano altri amici e la famiglia si ingrandisce. Ed è bello accorgersi che siamo uniti tutti da un filo trasparente ma importante che si chiama “Poesia”.
Leggere sul Blog parole tanto belle ed inaspettate per il nostro concorso è stata la meritata ricompensa dopo anni di fatica, e a volte anche di difficoltà. Vede nessuno più di me può sapere quanto sia serio il Concorso del quale lei parla tanto bene. Io vi sono approdata come partecipante con una mia poesia. Poi scoprii che la redazione era vicino casa mia, nel mio Centro Storico che amo tanto, e così appena potevo scappavo lì per dare una mano. Presto ne divenni la segretaria e nel frattempo la giuria cominciò a valutare le poesie. Un giorno il Direttore entrò dalla porta ed in modo pacato mi disse che la mia poesia era già al secondo posto e con l’ultima votazione potevo restare tale o passare al primo. Cortesemente mi chiese di ritirarmi perchè se avessi vinto io, che ormai facevo parte della redazione, i poeti non avrebbero più creduto a questo concorso. In un primo momento ci rimasi male, ma oggi a distanza di anni, posso solo dargli ragione. Io sono sempre qui che aiuto, il mio Direttore si fa sempre in quattro per far arrivare qui tanti poeti, per far conoscere la storia della nostra città (che anche lui ama tanto come tutte le persone che sanno il significato delle proprie radici), e di poeti sa qui ne sono passati tantissimi. Molti di loro hanno lasciato un segno nel nostro cuore che va al di là della poesia e del concorso. Ci si sente anche durante il resto dell’anno e vi sono rapporti e amicizie che anche se non sono a pelle, riescono comunque a colmare distanze infinite. Nella nostra associazione oltre al Concorso facciamo tante cose. Abbiamo appena finito di trascrivere un diario di guerra che ci ha portato via tutto l’inverno che ha scritto una simpatica signora di 80 anni che però durante il periodo bellico era giovanissima. Lei scrisse questo diario dal 1940, (esattamente dal 10 giugno quando Mussolini fece il celebre discorso dell’entrata in guerra) fino al 1945. E’ stato bellissimo curare questo libro qui in redazione, presentarlo lo è stato altrettanto perchè l’autrice è viva ed ha potuto dal vivo farci fare un viaggio nel tempo. Un giorno in una chiesa trovai una frase che diceva “Ogni anziano che muore è una biblioteca che brucia…”. Ed è per questo che siamo stati felici di curare questo libro, anche se vi abbiamo investito tutti i nostri risparmi (l’amministrazione comunale del mio paese è sempre a secco), ma è stato un buon investimento che prima o poi rientrerà lasciando a chi lo acquista un grande patrimonio. Poi facciamo anche tante manifestazioni. Io personalmente mi occupo di vecchie tradizioni. Ho appena finito un corso di Lavorazione del Vimini nel Carcere della mia città che ha dato la possibilità ai suoi ospiti di imparare un’arte e al vecchio cestaio di sentirsi ancora utile. (…) Nella nostra associazione, chi può da un po’ del suo tempo, non importa se un’ora o dieci ore, è comunque il tempo della propria vita e bisogna essere grati a chi ce lo concede. E grazie a tutte queste persone che ruotano che riusciamo ad accogliere i poeti, se ci sono problemi li portiamo dalle suore a dormire (perchè costa di meno) o gli indichiamo i posti dove andare più economici. Gli offriamo un pasto, che è poca cosa, ma solo per permettere un momento di unione totale dove si possono consolidare nuove amicizie. Certamente non abbiamo ricchi premi, perchè le nostre possibilità non sono elevate, ma diamo quello che possiamo (…).

Lo ribadisco, di associazioni come il Centro Culturale Studi Storici l’Italia è piena… Sono vere e proprie ancore di salvezza, a volte piccole ma sempre grandi nel generare una forza possente, quale è quella della cultura.
Grazie ancora, e ugualmente ringrazio Flavia Falcone, a sua volta un’amica del Centro Culturale Studio Storici di Eboli, per un analogo bel commento che potete leggere nel citato post relativo alla XII Edizione del Concorso Internazionale di Poesia “Il Saggio – Città di Eboli”.

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Arto Paasilinna, “Piccoli Suicidi tra Amici”

Avendolo tirato in ballo per la lettura e il giudizio di Doppler di Erlend Loe, non potevo non affrontare ancora una volta un’opera del sempre più noto anche dalle nostre parti Arto Paasilinna, probabilmente il più celebre scrittore scandinavo contemporaneo, reduce da un tour di presentazioni e conferenze lo scorso Maggio per il Nord Italia, in concomitanza con la Fiera del Libro di Torino e con la pubblicazione italiana della sua ultima opera, Il Migliore Amico dell’Orso (già acquisita e di prossima lettura, naturalmente!).
Piccoli Suicidi tra Amici, invece, è uscito in origine nel 1990, e in prima edizione italiana nel 2006, sempre per la benemerita Iperborea: è la storia, tipicamente paasilinniana, di un gruppo di aspiranti suicidi finlandesi, che si ritrovano più o meno casualmente con propositi di fine collettiva e per compiere tale gesto si mettono a cercare un luogo “ideale” all’uopo, prima per la natia Scandinavia e poi per quasi tutta l’Europa, scorrazzando a bordo di un lussuoso pullman pilotato da uno degli aspiranti suicidi. Paasilinnianamente, appunto, al gruppo capiteranno un sacco di cose, eventi, imprevisti, episodi sempre sospesi tra la realistica ironia e il folle surrealismo, il bailamme dei quali riavvicinerà i suicidi alla vita e al piacere di goderne tutte le cose più belle – ma non preoccupatevi, non è questo il finale del libro, non vi ho rovinato nulla…
Scrivere dei libri di Paasilinna è operazione piuttosto standard – e lo dico nell’accezione più positiva possibile, nel senso che lo stile e il modus operandi dello scrittore finlandese è assolutamente tipico e classico; come detto più volte, egli è quello che meglio di ogni altro ha saputo compendiare nella propria scrittura le peculiarità originali della narrativa scandinava contemporanea, immergendole in una dose di fantasia e creatività fuori dal comune. Dunque, anche Piccoli Suicidi tra Amici non si discosta da quello stile, mostrando in ogni riga inventiva, estro, ironia, realismo, nordico distacco, assenza di volgarità gratuite (che invece sembrano così cool per altri ambienti letterari odierni…) amore per la Natura, e ripetuti punti di vista “alternativi” sulle realtà del mondo; al solito, i personaggi paasilinniani sono singolari, buffi, atipici, costantemente in fuga dalla civiltà e dalla ordinaria quotidianità e ogni volta con modalità diverse, seppure alla fine dotati di una propria visione etica e/o morale probabilmente più nobile della media – soprattutto dei connazionali… Anzi, è certamente da rimarcare come Piccoli Suicidi tra Amici detenga in maniera più evidente che le altre opere di Paasilinna una chiave di lettura sociale e antropologica legata alla grave e all’apparenza inspiegabile piaga del suicidio, assai diffusa tra i finlandesi come tra gli altri scandinavi e, in genere, nelle più avanzate società del pianeta: l’autore la indaga, la analizza, vi riflette sopra lucidamente pur tra l’irrefrenabile umorismo della sua scrittura, e in fondo il procedere della narrazione e della vicenda del gruppo di aspiranti suicidi offre anche un certo responso per tale riflessione – il cui senso precipuo Paasilinna rivela fin dalla prima pagina dell’opera, quando riferendo della tendenza al suicidio del suo popolo, scrive che “…La malinconia è un avversario più spietato dell’Unione Sovietica” (e i sovietici ne fecero di cotte e di crude ai finlandesi, da ciò generandosi un odio atavico tra i due popoli, sopito oggi solo dall’evolversi pacifico della storia recente!…) – ma tutto questo senza nulla togliere al puro piacere della lettura, e al divertimento che Paasilinna come sempre offre. Se un piccolo appunto è da fare su Piccoli Suicidi tra Amici, è forse identificabile in una vaga prevedibilità della storia, più che negli altri scritti dell’ex-boscaiolo finlandese, nonché (ma non si può dire che sia un difetto questo) nel fatto che la presenza numerosa e attiva di tanti protagonisti nella vicenda, pur con solo una manciata di personaggi principali e due basilari (il colonnello Kemppainen, militare frustrato dall’assenza di guerre, e la vice-preside Puusari, fascinosa cimiterofila che trova pace interiore solo visitando camposanti ovunque), può ingenerare alla fine, nel lettore, una certa confusione e/o dispersione del filo della narrazione… Di contro, è assai gustosa la cronaca delle varie tappe di quel gran tour suddetto che i “Morituri Anonimi” (così si battezzano gli aspiranti suicidi) compiono per mezza Europa, da Capo Nord alle scogliere dell’Algarve, ogni volta e in ogni luogo portando, loro, una carica di vitalità maggiore di quella presente nei luoghi stessi tra i residenti con cui entrano in contatto, come se essi, ricercando la morte, in tal modo raggiungano finalmente la piena conoscenza della totalità della vita fino al suo limite assoluto, palesando così, anche inconsciamente, questo bizzarro “stato di grazia”…
Ma insomma, se Arto Paasilinna è la “fuoriserie” della narrativa scandinava contemporanea, anche se con essa non si viaggia a velocità da fondoscala ma a passo un po’ più tranquillo, in fondo la bellezza e il fascino dell’auto non ne vengono inficiati… Quindi, se ora vi dico che, personalmente, ho trovato un poco più “scoppiettanti” L’Anno della Lepre o Lo Smemorato di Tapiola, ciò non significa che voi non potrete trovare altrettanto scoppiettante Piccoli Suicidi tra Amici se non anche di più, e di certo, per quanto mi riguarda e almeno per ciò che di lui ho letto finora, ritengo Arto Paasilinna tra i pochi autori sempre consigliabili…

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Al Mart fino al 17 Agosto, “Qualcosa di Giallo”, la project room di Giuseppe Capitano

In occasione di Manifesta 7, il Mart presesta un nuovo capitolo del programma dedicato agli artisti under 35: la project room di Giuseppe Capitano, curata da Martina Cavallarin.

Scultore dalla mano leggera, ironica e fortemente antiretorica, Giuseppe Capitano (Campobasso 1974, vive e lavora a Roma) è un artista che ha scelto canapa e marmo come materiali privilegiati, ai quali sostituisce, di volta in volta, ferro, legno, ma anche polistirolo, tessuto, spugna o plastica.
Le sue opere hanno un forte impatto poetico: sono vestiti, armature, mani artigliate, o volti tribali, resi da Capitano in forme monocolori, meta-oggetti con un forte senso dello spazio per una ricerca costante ed ossessiva della pratica scultorea contemporanea.
“Qualcosa di giallo” è il titolo della mostra, un prontuario dei temi affrontati da Capitano, tra i quali spicca la dicotomia organico-inorganico.rappresentata appunto dall’accostamento del marmo e della canapa, come in Artigli, dove due zampe di gallina con una pelle di canapa hanno le unghie di marmo.
Come in un processo aleatorio scandito dall’alternanza tra fasi transitorie e permanenti, la vicinanza di questi due materiali richiama lo scontro drammatico tra la vita e la morte, tra la spiritualità e la carnalità.
In Aloni una serie di limoni, tagliati e spremuti, sono adagiati su un contenitore cavo di marmo. Qui Capitano si interroga sul tema del superamento della morte; un elemento caduco ma al contempo vitale, il limone, corrode il contenitore di marmo, mettendone in discussione l’apparenza di lontananza da ogni dimensione vitale…

Project Room:
Giuseppe Capitano. Qualcosa di giallo
A cura di: Martina Cavallarin
28 giugno 2008 – 17 agosto 2008
MartRovereto
Corso Bettini, 43
38068 Rovereto (TN)

Informazioni e prenotazioni:
numero verde 800 397 760
tel. +39 0464 438 887
info@mart.trento.it
www.mart.trento.it
Orari:
mar. – dom. 10.00 – 18.00, ven. 10.00 – 21.00. Lunedì chiuso.
Biglietti:
intero: euro 10, ridotto: euro 7, gratuito fino a 18 anni e sopra i 65. Scolaresche: euro 1 per studente. Biglietto famiglia (valido per tutti i componenti di un nucleo famigliare): euro 20, gratuito per gli Amici del Museo.

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E’ nato il blog di Evvivanoè!

I lettori/visitatori delle Cronache da Thule già hanno potuto incontrare e conoscere Evvivanoè esposizioni d’arte, attivissima e intrigante galleria d’arte di Cherasco, in provincia di Cuneo – peraltro di suo un bellissimo borgo, ma che con la presenza di Evvivanoè merita di certo ancor più una visita, per chi lo possa raggiungere…
Ora Evvivanoè è ancora meglio “incontrabile” grazie al nuovissimo blog, con il quale potrete seguire l’attività della galleria e anche conoscerne più da vicino la realtà, ovvero il dietro le quinte di un luogo d’arte direttamente da chi lo vive (il luogo, e anche l’arte) in prima persona:
http://evvivanoe.blogspot.com/
Appuntatevelo, che merita parecchio!

Intanto, nell’ambito del festival “Cherasco Classica Contemporanea” (vedi il relativo post), da Evvivanoè è iniziata la mostra personale dell’artista uruguaiano Coco Cano, ospitata dalla galleria fino al prossimo 27 Luglio:


L’artista Coco Cano e Sara Merlino (direttrice artistica di “evvivanoè”) presentano una delle sculture realizzate in occasione del festival internazionale “Cherasco Classica Contemporanea 2008” (clicca sull’immagine per ulteriori dettagli)

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Como, 22 luglio 2008: anteprima mondiale di “Musée dans la rue” di Yona Friedman, con la Fondazione Ratti

Fondazione Antonio Ratti
Public Improvisations
XIV Corso Superiore di Arti Visive

Como, 1 – 23 luglio 2008

Visiting professor
Yona Friedman

22 luglio 2008
Corso Aperto – gli allievi in mostra
Spazio S. Francesco – Como

22 luglio – 19 agosto
Musée dans la rue – progetto site-specific, Yona Friedman
3 spazi pubblici – Como

Il Corso Superiore di Arti Visive della Fondazione Antonio Ratti si sta svolgendo a Como con Yona Friedman (Budapest, 1923), architetto e teorico che vive a Parigi dal 1957. Il Corso, diretto dal 1995 da Annie Ratti, è a cura di Luca Cerizza, Anna Daneri e Cesare Pietroiusti ed è realizzato in collaborazione con l’Assessorato alla cultura del Comune di Como.
La XIV edizione del CSAV ha luogo presso lo Spazio San Francesco dal 1 al 23 luglio. Il programma per i ventitrè giovani artisti internazionali, selezionati da una commissione scientifica, prevede un’attività quotidiana articolata in forma di workshop a fianco di Yona Friedman, di approfondimenti teorici proposti dai curatori interni e seminari con alcuni personaggi di spicco della scena culturale.

Dal 22 luglio è possibile vedere il progetto site-specific ideato e realizzato appositamente per la Fondazione Antonio Ratti. Friedman presenterà in anteprima mondiale una versione del nuovo progetto Musée dans la rue (2008), commissionato originariamente dalla città di Parigi, e che sarà ospitato dal prossimo autunno a Belville in forma permanente.
Lo stesso giorno verrà presentato Corso Aperto, durante il quale i giovani artisti partecipanti allo CSAV esporranno nelle strade e piazze di Como e all’interno dello Spazio S. Francesco, le loro opere, progetti e documentazioni.

A Como il Musée dans la rue, pensato e realizzato da Friedman con gli studenti del corso, è la prima tappa della diffusione del progetto in diverse città europee. Ogni Musée dans la rue è un agglomerato di cubi e parallelepipedi di plexiglass trasparente sovrapposti uno sull’altro. Distribuiti in due spazi pubblici della città, diversi per identità storica e sociale, questi musei di strada saranno come delle superfici libere, completamente a disposizione di chiunque desideri lasciarvi un segno. Come sempre nel suo lavoro, Friedman ha disegnato una semplice struttura di base che dovrà essere attivata, modificata e completata dall’intervento dell’utente.
Musée dans la rue è una piattaforma pubblica, uno spazio aperto che interroga l’idea stessa di museo, di luogo pubblico e di partecipazione sociale.

L’intervento è localizzato in Piazza Cavour e all’Asilo Sant’Elia di Terragni. Questi due luoghi, esemplari di diversi aspetti storici e sociali della città, ospiteranno diverse versioni del museo, realizzate con caratteristiche strutturali e materiali differenti: il plexiglass trasparente e il cartone, come nel caso dell’asilo, visto da Friedman come palestra di improvvisazione e creazione continua. In questo importante esempio di architettura razionalista, Friedman incoraggerà i bambini ad utilizzare le forme da lui progettate in assoluta libertà.
Per completare la realizzazione del progetto di Piazza Cavour, la Fondazione Ratti ha promosso tra i cittadini di Como una raccolta di oggetti di diverse forme e tipologie che diventeranno i contenuti del museo progettato da Friedman.

Come spiega Friedman “L’arte può essere considerata come un’espressione dell’individuo in relazione con la comunità, ed è sempre indirizzata a qualcuno. Un’opera d’arte trasmette un messaggio, senza includere i codici per la sua comprensione. Il messaggio potrebbe essere anche solo per l’artista. Tutti hanno qualcosa da trasmettere, quindi siamo tutti potenziali artisti. Non esiste un oggetto che non possa essere considerato opera. Dobbiamo aiutare chiunque senta il bisogno di diventare artista a trovare un codice tecnicamente semplice per il proprio messaggio e questi codici hanno la caratteristica di essere improvvisati. L’arte inizia con l’improvvisazione, così come l’intelligenza.

Durante il seminario Public Improvisations esploreremo l’improvvisazione, le tecniche semplici, che non necessitano istruzioni, disegni o piani complicati, perché l’arte, per essere accessibile al pubblico generale, deve utilizzare tecniche semplici, facili da adottare. L’arte pubblica improvvisata può essere esplorata ovunque negli spazi pubblici: nelle strade, nei boschi, in un atrio, sul lago. Il luogo stesso è parte dell’opera d’arte”.

Nato in Ungheria nel 1923, Friedman vive a Parigi dal 1957. Architetto e teorico, ha studiato a Budapest e alla Technion di Haifa. Nel 1956, in occasione del X International Congress of Modern Architecture (ICMA) a Dubrovnik, la pianificazione razionale del movimento moderno fu messa in discussione proprio dal suo approccio universalista, e dalla sua fiducia nell’individuo. Nel dicembre 1958, Friedman ha fondato il Groupe d’Études d’Architecture Mobile (GEAM), che, fino al 1962, si è dedicato ad adattare l’architettura ai cambiamenti prodotti dalla vita moderna. Si è affermato internazionalmente con il manifesto L’Architecture mobile (1958 ) e il concetto di Ville spatiale. Attraverso la teoria delle “superstrutture” pensate sopra città e paesaggi, ha sempre inteso fornire alle persone il sapere e gli strumenti per determinare il proprio contesto abitativo. Friedman rivendica inoltre la possibilità di combinare un approccio analitico con uno olistico. Tra i suoi testi ricordiamo: Towards a Scientific Architecture (1975), A Better Life in Towns (1980), Utopie realizzabili (2003), Pro Domo (2006). Ha partecipato a mostre internazionali come la Biennale di Venezia e Documenta e le sue opere sono presenti nelle collezioni dei più importanti musei internazionali. Tra gli ultimi eventi realizzati, va segnalato un progetto specifico per il Mart di Rovereto, nel 2006. Sue mostre personali hanno avuto luogo quest’anno a Bordeaux (arc en rêve CAPC) e al Portikus di Francoforte.

La mostra di fine Corso e le pubblicazioni di tutto il lavoro svolto durante il CSAV (edite da Mousse e Charta) saranno presentate a Milano nel dicembre 2008, in collaborazione con DOCVA, Neon fdv, Artegiovane Milano. In questa occasione una giuria segnalerà i tre vincitori del Premio Epson FAR per la ricerca artistica, giunto alla terza edizione.

I Visiting Professor degli anni scorsi sono stati: Joseph Kosuth (1995), John Armleder (1996), Allan Kaprow (1997), Hamish Fulton (1998), Haim Steinbach (1999), Ilya Kabakov (2000), Marina Abramović (2001), Giulio Paolini (2002), Richard Nonas (2003), Jimmie Durham (2004), Alfredo Jaar (2005), Marjetica Potrč (2006), Joan Jonas (2007).

Informazioni:
XIV Corso Superiore di Arti Visive Visiting professor Yona Friedman
Date del Corso 1 – 23 luglio 2008
Presso lo Spazio S. Francesco Largo Spallino 1, Como Italia

22 luglio 2008, ore 17
Corso Aperto – allievi del CSAV
Spazio S. Francesco, Como

Musée dans la rue – presentazione del progetto a cura di Yona Friedman e degli allievi del CSAV
Piazza Cavour, Porta Torre, Asilo Sant’Elia

Ufficio stampa
Ilaria Gianoli, mob. +39333 6317344 ufficiostampa@fondazioneratti.org
Teresa Saibene tel. +39031233211 teresasaibene@fondazioneratti.org
www.fondazioneratti.org

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“Cherasco Classica Contemporanea”, Festival Internazionale di Musica Classica tra storia, arte e vino, a Cherasco dal 18 al 23 Luglio 2008

Fervono i preparativi per la seconda edizione del festival “Cherasco Classica Contemporanea”, che dal 18 al 23 luglio vedrà nuovamente impegnati a Cherasco e dintorni nove giovani musicisti statunitensi, appartenenti al progetto “Zephyr International Chamber Music Course and Festival” di St. Francisco, California. Quest’anno, però, il programma è ancora più ricco (con cinque concerti) e articolato. Ai musicisti dello Zephyr si aggiungono infatti, a diverso titolo, musicisti e artisti italiani, per iniziare un nuovo e magico percorso artistico. Una sezione del Festival, in particolare, è stata riservata alla composizione: una Giuria (composta da due musicisti italiani e due americani) ha scelto l’opera musicale “50 Novelle per Pianoforte” del compositore carrucese Pier Renzo Ponzo, che verrà eseguita in prima assoluta in apertura del Festival dal pianista Mack McKray, direttore di “Cherasco Classica Contemporanea”. Inoltre torna a suonare in questo importante progetto Lucia Marino, diplomata in clarinetto nel 2002 con il massimo dei voti e la lode al Conservatorio statale di Musica “G.F. Ghedini” di Cuneo nella classe del Maestro M. Mazzone.
Il Festival si arricchisce infine di opere d’arte contemporanea: in collaborazione con la galleria cheraschese “evvivanoè” (già più volte opsitata da Cronache da Thule), gli spazi dei concerti vengono valorizzati con opere di arte contemporanea. Sarà l’artista uruguaiano Coco Cano a presentare sue opere, create in esclusiva per il Festival, nei luighi della musica, mentre una sua mostra dal titolo “Ventanas” (finestre) verrà ospitata fino al 27 luglio da evvivanoè, nella sede di via Vittorio Emanuele 56.
Anteprima del Festival mercoledì 16 luglio, alle 21 nei locali della galleria “evvivanoè”, dove Mara Degiorgis terrà una lezione d’ascolto in preparazione ai concerti.
“Nel luglio dello scorso anno, durante la prima edizione di “Cherasco Classica”, ci fu già la sensazione che fosse accaduto qualcosa di veramente sorprendente e speciale -commentano gli organizzatori- In effetti la complicità dei luoghi in cui si tennero i concerti (il Giardino dei Semplici a Cherasco, Santa Chiara a Bra e l’Enoteca Regionale del Barbaresco), unita all’entusiasmo del pubblico, ci incoraggiarono ad andare avanti, fino a proporre quest’anno una seconda edizione assai più ricca e più varia, con un programma intenso di cinque serate di ottima musica, arte e… stare bene”.

A voi, con maggiori dettagli, cosa accadrà a Cherasco:

CHERASCO CLASSICA CONTEMPORANEA
FESTIVAL INTERNAZIONALE DI MUSICA CLASSICA
18-23 LUGLIO 2008

Musica, arte, vino e location di grande pregio storico e artistico: questi gli ingredienti del Festival “Cherasco Classica Contemporanea”, che dal 18 al 23 luglio interesserà la città di Cherasco e dintorni… con tutti gli ingredienti per stare bene.
Dal 18 al 23 luglio soggiornerà in Cherasco un gruppo di giovani studenti provenienti da vari stati degli Stati Uniti d’America, reduci da un mese di studi e concerti a Courmayeur (Valle d’Aosta), dove si è tenuto lo Zephir – Festival Internazionale di Musica da Camera.
La città, con lo spirito dei gemellaggi che da tempo la caratterizza, offre loro un’opportunità unica: prolungare l’esperienza di fare musica insieme e visitare un’interessante zona del Piemonte, famosa non soltanto per i suoi vini ma anche per i suoi musei, le chiese e i palazzi.
Così nasce la seconda edizione del Festival “Cherasco Classica” ed è il quarto anno in cui lo “Zephir International Chamber Music Course and Festival” vede implicata Cherasco.
Con l’edizione di quest’anno si dà inoltre inizio a “Contemporanea”, connubio fra musica, pittura e scultura. Durante la serata di apertura verrà eseguita, in prima assoluta, l’opera del musicista contemporaneo Pier Renzo Ponzo dal titolo “50 novelle per pianoforte”, mentre le sedi cheraschesi dei concerti ospiteranno installazioni dell’artista uruguaiano Coco Cano, dando così vita a una sorta di “atelier a cielo aperto” dentro il quale trovare, senza soluzione di continuità, suoni, colori e immagini di una Cherasco in costante evoluzione.
Quindi altre quattro serate di concerti -con musiche di Bach, Beethoven, Brahms, Mendelssohn e Tschaikowski- e un’esposizione delle opere d’arte “Ventanas” di Coco Cano nella galleria d’arte contemporanea “evvivanoè” di via Vittorio Emanuele 56.
Il Festival è organizzato dalla Città di Cherasco e dall’Associazione culturale People, in collaborazione con l’Associazione “Amici della Musica” di Bra, l’Associazione culturale “E’ Arte” di Cherasco, la Banca di Credito Cooperativo di Cherasco, l’Enoteca Regionale del Barbaresco e il Comune di Barbaresco, la galleria d’arte contemporanea “evvivanoè esposizioni d’arte” di Cherasco, Music for People edizioni musicali, la parrocchia di San Pietro in Cherasco e lo Zephir International Chamber Music Course and Festival di San Francisco (California, USA).
Tutti gli appuntamenti sono a ingresso libero. Per informazioni chiamare il 339-7889466 o inviare un’e-mail a associazione.people@gmail.com.
Sito internet: http://cherascoclassica.blogspot.com

> Scarica il depliant di Cherasco Classica Contemporanea in pdf

P.S.: Cronache da Thule ringrazia l’Ufficio Stampa della manifestazione, nella persona di Francesco Rasero, per la segnalazione dell’evento.

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