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“La gente non mangia cultura”: finalmente qualcuno che dice chiaro come stanno le cose in Italia!

Ipse dixit – l’attuale ministro italiano per l’economia e per le finanze:

(cliccate sul titolo qui sopra per leggere l’articolo originario tratto da www.blitzquotidiano.it)

Semplice questione di mancanza di fondi e di dissesto economico del paese? Macché, anzi: sia dato finalmente credito ad un esponente della classe dominante italiana di aver portato almeno per una volta alla luce del sole la strategia di lobotomizzazione di massa alla quale il popolo italiano è sottoposto da decenni.

Anche questa volta, l’ennesima, ogni commento è decisamente superfluo.

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Macché “realtà”, basta ipocrisie! Chiamiamola una volta per tutte “reality”!

Immagine tratta da http://milocca.wordpress.com

E’ ormai assolutamente lampante – lo è da tempo, in verità, lo era già per certi illuminati scrittori del secolo scorso, lo è diventato per molti negli ultimi tempi, e ora è tanto palese da confondere la mente e irritare profondamente l’animo: oggi la realtà è quanto appare in TV, tutto il resto è astrattezza. E dunque, la realtà, non chiamiamola più così per favore, siamo seri e non facciamo gli ipocriti: chiamiamola reality – “realità”, se si vuole italianizzare – una volta per tutte e stop.
La vicenda della povera Sarah Scazzi con l’epilogo in diretta, i minatori cileni per i quali si sta preparando il grande show in mondovisione del salvataggio, il falso attentato al direttore de Il Giornale, i continui talk-show nei quali si discute di cronaca come se lo si facesse di una partita di serie B, il teatrino della politica e degli esponenti di essa (non a caso si usa quel termine, “teatrino” no?), o lo stesso 11 Settembre 2001, per andare un poco più indietro nel tempo… Innumerevoli esempi di come il mondo, oggi, è tutto dentro lì, nella magica scatola ammaliatrice, elettronica baby sitter di giorno, ultrapiatta entreneuse serale, voce univoca del mondo senza possibilità di replica: la TV è tutto, e tutto viene costruito per la TV. I confini “naturali” tra realtà e finzione sono caduti da tempo, per la gran gioia di chi basa su tale fatto il proprio potere così virtualmente inattaccabile, ed anzi un mondo nuovo, nel quale nulla è messo lì per caso ma appare e si attiva esattamente come nel rigido palinsesto orario d’un programma di prima serata, nasce a mero scopo di consumismo “intellettuale” – ovvero per far che il telespettatore lo ritenga indubitabilmente come il mondo “vero”, tale appunto perché fornito del sigillo di garantita veridicità della TV, o per suo conto di qualche celebre e celebrato anchorman.
In questa “realità” ogni limite è caduto, ogni decenza non ha ragion d’essere, ogni logica perde di valore – inutile parlare poi di “etica”, rimasta lontana da questo mondo come un pianeta d’una galassia aliena e lontanissima… La cosa più assurda, impossibile, idiota e falsa può diventare in men che non si dica verità appurata e accettata, grazie alla TV; per il dubbio non vi è più speranza, come detto la catodica dea non ammette repliche, domande, osservazioni, niente di niente: deve essere guardata e basta, senz’altra scelta. Ed anche quando, boriosa e vanagloriosa, si atteggia a sublime comunicatrice del più autentico verbo – come appunto nella vicenda di Sarah Scazzi – lo fa’ seguendo un palinsesto perfetto, un ritmo televisivo ideale, che nemmeno il più gran sceneggiatore hollywoodiano saprebbe meglio stabilire. Ammaliato, assoggettato, lobotomizzato, il pubblico assiste e applaude, convinto di essere la persona più fortunata del pianeta per aver assistito in diretta – in diretta! – all’accadere della selezionatissima “realtà”… – e nel frattempo il mondo va’ a rotoli, ma la TV non dice nulla e l’animo può restare leggero e spensierato: d’altronde, un genocidio in qualche oscuro paese africano o una catastrofe ambientale ai poli, come si fa’ a regolarli in un palinsesto? E che anchormen ci mandi, in luoghi del genere? E i “rulli” pubblicitari, quando mandarli? No, troppi problemi: non si dica nulla, e quelle cose “non esisteranno”…
Benvenuti nel reality show totale! Altro che “Grande Fratello” orwelliano, altro che “Truman Show”: è il mondo intero, oggi, a orbitare attorno ad una grande regia (anche unica? E’ esagerato pensarlo? Forse sì… o forse…), e il Sole, buon per lui, deve solo sperare che qualche telecamera ogni tanto lo inquadri ancora, per evitare che in tanti lo credano solo un occhio di bue acceso e si mettano in inebetita posa per venir meglio in video…
Il tutto, con buona pace delle povere vittime di vicende tragiche come quelle citate, il cui corpo già offeso da menti orribilmente deviate diventa meraviglioso sfondo televisivo per l’ennesimo rito di catarsi collettiva nella debita genuflessione adorante dell’autocompiacente, divin schermo.

Qualche tempo fa Cronache da Thule aveva fornito una soluzione a tutto questo. Una soluzione che, tutto sommato, appare ancora la più efficace e salutare – una volta si abbia appurato che in strada non vi sia nessuno, e poi si pulisca per bene il suolo pubblico!

P.S.: due articoli sull’argomento, di segno opposto, oggi comparsi sui quotidiani: La macchina del dolore, di Massimo Gramellini su La Stampa, e Gesto di delicatezza nella tv verità di Aldo Grasso, sul Corriere della Sera.

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“Le biblioteche senza libri”, un articolo di Michele Smargiassi su La Repubblica

Continua allegramente il coma culturale italiano – coma dal mio punto di vista assolutamente indotto, e parte di un’agonia generale che, giorno dopo giorno, appare sempre più irreversibile…

Cliccate sull’immagine per leggere l’articolo originale dal sito web de La Repubblica.

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“Studenti ignoranti in italiano, è allarme”, un (ennesimo e avvilente) articolo su IL MESSAGGERO del 19/09…

Cliccate sull’immagine per leggere l’articolo originale dal sito web de Il Messaggero. Poi, vedete voi se restare eroicamente speranzosi, se piangere, se meditare terribili rivalse, o autoflagellarvi invocando la fine del mondo, oppure che altro…

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Influenza suina: non dovevamo morire a milioni? No, sono morte solo l’etica e l’onestà…

Ve la ricordate l’Influenza Suina, la H1N1?
Ma sì, la peste del XXI secolo, la terrificante pandemia, decine di milioni di contagiati, milioni di morti… Lo annunciava la stessa OMS!…
Ricordate?
No? Beh, è normale: non c’è stato nulla del genere, e la percentuale di casi letali si è rivelata addirittura minore rispetto alla comune influenza, tant’é che la stessa OMS ora istituisce una commissione d’inchiesta per indagare sulla propria condotta – per farsi dire come mai si sia dimostrata così inetta, in parole povere…
Cronache da Thule ha fin da subito intuito e denunciato l’enorme mistificazione che si vedeva benissimo dietro la questione: tutta una gran panzana, costruita ancora una volta a favore della potente lobby delle case farmaceutiche, in base al principio assai valido nella società contemporanea che più persone si credono malate, più soldi grazie ad esse si possono fareQUI potete leggere tutti i post dedicati all’argomento dal blog.

Il giorno 20 scorso, su www.tio.ch, ecco che bella notizia si poteva leggere, a riprova di tutto quanto detto – uff, come se ce ne fosse ancora bisogno di conferme in merito!…:
Novartis ha annunciato oggi risultati in forte rialzo per il primo trimestre del 2010. Il fatturato del colosso farmaceutico elvetico è aumentato del 25% a 12,1 miliardi di dollari, mentre l’utile netto è progredito del 49% a 2,9 miliardi, indica una nota odierna del gruppo.
L’utile operativo EBIT ha registrato un incremento del 50% a 3,5 miliardi di dollari (3,7 miliardi di franchi). I risultati sono superiori alle previsioni degli analisti.
“.
E attenzione, siore e siori:
L’azienda sta ancora beneficiando della vendita del vaccino contro la H1N1. Soltanto la vendita del vaccino ha fruttato 1,1 miliardi di dollari“. (qui il link all’articolo originario).
Capito?
Più ammalati saremo – e se non lo saremo ce lo faranno credere, o ci ammaleranno con chissà quale veleno – vaccini in primis… – più soldi loro faranno!
E dulcis in fundo, chicca finale:
Per l’esercizio in corso, l’azienda prevede di continuare ad aumentare il giro d’affari (circa il 5%)“.
Quale malattia si inventeranno ora?
Di cosa ci faranno credere ammalati?
Quale vaccino pretenderanno di vendere e di iniettarci?
In che modo, insomma, ci vorranno nuovamente prendere per il c..o per fare ancora più soldi di quanti già ne fanno, alla faccia nostra e della nostra vera salute?

Scusate la scurrilità, ma tali personaggi meritano solo parole di livello pari al loro…

Sperando che tutti quanti si possa essere meno allocchi e più avveduti, così da non farci prendere ancora in giro da quegli immondi personaggi, non resta che concludere citano il blog di Minimum Fax Minima et Moralia, che sagacemente in questo post pubblica il sonetto 1115 del geniale Giuseppe Gioachino Belli, assolutamente in tema pur se scritto quasi due secoli or sono…:

Li bbeccamorti
18 marzo 1834

E cc’affari vòi fà? ggnisuno more:
sto po’ d’aria cattiva è ggià ffinita:
tutti attaccati a sta mazzata vita…
Oh vva’ a ffà er beccamorto con amore!

Povera cortra [1] mia! sta llí ammuffita.
E ssi [2] vva de sto passo, e cqua er Ziggnore
nun allúmina un po’ cquarche ddottore,
la profession der beccamorto è ita.

L’annata bbona fu in ner disciassette. [3]
Allora sí, in sta piazza, era un ber vive, [4]
ché li morti fioccaveno a ccarrette.

Bbasta…; chi ssa! Mmatteo disse jjerzera
c’un beccamorto amico suo je [5] scrive
che cc’è cquarche speranza in sto Collèra.

[1] Coltre.
[2] E se.
[3] Nel 1817, anno del tifo petecchiale.
[4] Era un bel vivere.
[5] Gli.

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“Capite ora perché i libri sono odiati e temuti? Perché rivelano i pori sulla faccia della vita. La gente comoda vuole soltanto facce di luna piena, di cera, facce senza pori, senza peli, inespressive”…

E’ una frase di Ray Bradbury, quella del titolo di questo post, e che tuttavia sembra illuminare veramente – e nemmeno troppo metaforicamente – la condizione della cultura nella società italiana, come di certi che cultura dovrebbero fare e invece agiscono per ottenere l’esatto opposto…

La Facoltà di Lettere dell’Università di Torino ha mandato al macero migliaia e migliaia di libri “per svuotare i magazzini”; studenti e professori, sconcertati dall’idea che fosse proprio l’Università a mandare al macero quei volumi senza tentare una soluzione alternativa (una biblioteca disponibile o un punto di distribuzione gratuita) sono corsi a rovistare nelle scatole e hanno portato in salvo una parte dei volumi, finiti così nell’atrio di Palazzo Nuovo e a disposizione degli studenti incuriositi da quei vecchi reperti.
Ne da’ notizia il sito de La Repubblica, nelle pagine di Torino (cliccate sull’immagine per leggere l’articolo originario):

Come cita l’articolo, il preside di facoltà Massobrio ha dichiarato: “Si tratta di doppioni e l’idea di venderli è assurda”…

Beh, c’è poco da commentare, se non denotare che sì, purtroppo l’Itaglia è anche questo, palesando così il perché sia ciò che sia… Un gran plauso agli studenti e ai professori “salvatori” di almeno una parte dei libri e, con tutto il rispetto, il preside Massobrio che ritiene “assurda” l’idea di vendere libri, a Thule non presiederebbe nemmeno la facoltà di stracci da pavimento, se mai ci fosse…

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Influenza A: eccoli, i primi “buoni” frutti del vaccino…

Cronache da Thule ha trattato con numerosi post la questione dell’influenza suina, prendendo in merito una chiara e netta posizione fin da subitoin tempi non sospetti, come si usa dire in questi casi…
E proprio ricollegandosi al primo dei post suddetti, con “piacere” ecco che si registra il primo buon frutto che la campagna mediatica di vaccinazione di massa contro l’influenza A ha generato:


(Immagine tratta da http://www.tio.ch/ – clicca sulla stessa per l’articolo originario)

La nuova sede degli uffici amministrativi della Roche a Basilea, una torre che, ultimata, raggiungerà i 175 metri di altezza e diverrà il più elevato edificio della Svizzera…

Ci si augura che ora “l’affare influenza suina” sia definitivamente e del tutto chiaro!…

Nel caso, e per finale, estrema chiarezza, ecco un altro illuminante contributo in merito, tratto dal blog http://deignorantia.blogspot.com/ – ma, appunto, ormai il caso deve considerarsi lapalissianamente chiuso… Purtroppo, dacché, ancora una volta e pur di fronte a un tale crimine contro l’umanità, nessuno sarà punito…

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Una rapida, succinta, inevitabile domanda sull’influenza suina…

CHE FINE HA FATTO?

Dove diavolo è sparita questa terrificante malattia, questa peste del XXI secolo, che pareva dovesse decimare l’umanità?

E tutto il panico, tutto il terrore che è stato diffuso, tutti i titoloni dei media che diffondevano notizie degne d’un film catastrofistico hollywoodiano… Che fine ha fatto tutto questo?

Di fronte alle risposte – si intende, a buone e valide risposte – che nessuno darà, ecco come è stata disposta l’umanità, ovvero tutti noi, senza troppi giri di parole…:

Cosa resta ora?
Resta la prova di una ennesima manipolazione mentale di massa, restano un tot di milioni di persone vaccinate con chissà quale porcheria, resta probabilmente qualche politico più ricco e magnamagnato di prima e soprattutto resta e resterà il sorriso dei dirigenti delle grandi case farmaceutiche, che sprofondati nelle proprie comodissime poltrone, nei loro palazzi di vetro e acciaio firmati da qualche grande e celebre architetto, si sollazzano e s’illuminano gli occhi nel leggere i bilanci ben pasciuti delle loro aziende…

Guardatela bene, la foto sopra pubblicata: quello siamo tutti noi…

> Leggi qui i precedenti (e preveggenti, ma non ci voleva molto…) post che il blog ha dedicato alla questione.

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Nudi e sporchi di sangue, in piazza a Madrid, per dire “NO” alle pellicce – o per una “equa” par condicio…


(immagine e notizia tratti da www.tio.ch)

Attivisti nudi e coperto di simbolico sangue finto per chiedere, come ogni anno, il divieto di fare pellicce da animali. Questo il macabro scenario che alcuni attivisti hanno messo in atto nel pieno centro di Madrid. “Quante vite per un cappotto?”. E’ lo slogan dei cinquanta manifestanti che si sono tolti i vestiti in una domenica fredda e piovosa a Plaza del Sol, nel cuore della capitale spagnola. Uomini e donne di tutte le età che per 20 minuti hanno resistito a soli sei gradi centigradi completamente nudi. Un modo decisamente originale per mostrare il loro disprezzo per tutti i tipi di pelliccia…
(continua qui a leggere l’articolo completo)

A Thule non si è contrari di principio all’uso di pelli animali per proteggersi dal freddo, tuttavia si ritiene che un’usanza del genere debba necessariamente comportare un equo regime di par condicio, il che automaticamente lo rende non sostenibile per una civiltà che si ritenga tale. Peraltro, una volpe non abbisogna certo di pelle umana per proteggersi dal freddo, esattamente come l’uomo in senso opposto, e tale evidenza chiude con logica inappuntabile la questione.

Per saperne di più, si consiglia di visitare PELLICCE – Per un acquisto consapevole, un sito blog curato dal Comitato Scientifico della MI.F.A. – Missione Fauna & Ambiente ONLUS, che tratta l’argomento con notevole chiarezza, solide basi scientifiche e senza alcuna esagitazione – a volte comprensibile ma altre controproducente.

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Obama, il premio Nobel, le mine antiuomo: chi è l’intruso? Ovvero: gli USA non firmeranno il trattato internazionale per la messa al bando delle mine antiuomo…


Immagine tratta da: http://americathebeautiful.splinder.com/post/21466588

Ehm… Scusi, Presidente Obama, ma le hanno dato il Nobel per la pace, non la Medal of Honor

Mine: gli Usa non aderiranno a trattato di messa al bando
WASHINGTON – Il presidente americano Barack Obama non ha in programma di aderire al trattato internazionale che mette al bando le mine antiuomo perché una revisione di questo tipo non va incontro alle sue esigenze di sicurezza. Lo ha reso noto il Dipartimento di Stato.
“Questa amministrazione – ha detto Ian Kelly, un portavoce del ministero degli Esteri – dopo aver esaminato una revisione della sua politica ha deciso che per quanto riguarda le mine non intende cambiare nulla. Abbiamo accertato che se firmassimo questo trattato non potremmo venire incontro alle nostre esigenze di difesa interna e dei nostri alleati”.
(Fonte: http://www.tio.ch)

A Thule si ha il massimo rispetto per l’istituzione del premio Nobel, nella quale quello per la pace è sicuramente il più stimabile e ammirato, nonché per il Parlamento Norvegese che ha il compito di decretarne il vincitore… E tutto sommato è anche comprensibile la motivazione per la quale quest’anno è stato conferito al Presidente USA Barack Obama, visto il grande carico di aspettative e speranze che egli rappresenta e di cui si fa’ simbolo planetario…
Però…
Le mine antiuomo sono una delle armi più subdole e sporche: hanno causato 5.197 morti lo scorso anno, un terzo dei quali bambini, stando alle stime diffuse dall’Icbl,organizzazione non governativa vincitrice del premio Nobel per la pace nel 1997 (fonte: Wikipedia). Sarà pur vero che Steve Goose, direttore dell’Arms Division of Human Rights Watch, ha fatto sapere che gli Stati Uniti, in ogni caso, si attengono di fatto alle regole del trattato, avendo smesso di usare le mine antiuomo dalla Guerra del Golfo del 1991, avendo smesso di esportarle dal 1992 e avendone sospeso la produzione dal 1997 (stessa fonte sopra citata): ma allora, per ratificare il trattato che le mette al bando, ci voleva tanto?
Mmmm…

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