Archivi del mese: aprile 2010

“LIBERO”, l’ultimo romanzo di Luca Rota (Giraldi Editore) è in libreria e sul web – insieme a tutti i precedenti libri!

LIBERO“, l’ultimo romanzo di Luca Rota (Giraldi Editore), è in tutte le librerie – ma lo sono anche le precedenti opere edite, che potete acquistare in libreria oppure on line QUI o QUI.

> QUI potrete avere ogni notizia utile su “LIBERO”.

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La Sindone, l’ostensione, e l’ostentazione…


(clicca sull’immagine per una versione di dimensioni maggiori)

La Sindone di Torino, altrimenti denominata sacra Sindone, la cui ostensione è in corso in questo periodo nel duomo del capoluogo torinese, è ormai da decenni risaputo come sia un “falso storico”, essendo un oggetto creato intorno al XIII/XIV secolo. Questo naturalmente non vieta a chicchessia la libertà di recarsi a Torino per rimirarla, a prescindere dalle suggestioni religiose che essa porta con sé e pur di fronte ai risultati scientifici che ne decretano la falsità – o meglio, la non-verità di quanto di essa viene fatto comunemente credere. In fondo la Sindone è anche un oggetto storico e, per certi versi, artistico, che può ben meritare l’interesse di chiunque: è allora assai peggiore colui che “rimira” un programma TV palesemente falso credendolo autentico!
Ma a parte ciò, qui in discussione non è la simbologia sindonica, ma la presunta verità che viene imposta e creduta, sulla quale molto spesso non si accettano discussioni in base al classico sistema dogmatico in uso presso le gerarchie religiose… Lo si ribadisce: chiunque è libero di vedere in qualsiasi cosa ciò che preferisce vedere, ma se si tira in ballo la VERITA’ (quella vera, maiuscola!), è bene mettere in chiaro le cose e sgombrare il campo da qualsiasi contraffazione, e da ogni relativo contraffattore…
Per capire come effettivamente – o scientificamente – stanno le cose, ecco alcune utili risorse.

Micromega, innanzi tutto, dedica alla “questione Sindone” l’intero numero 4/2010, intitolandolo significativamente “L’inganno della Sindone”; a prescindere da un titolo così netto, tale numero speciale è ricco di contributi molto interessanti, utili a farsi un’idea sulla questione e ancor più su come è stata trattata, soprattutto in epoca moderna.
Tra i maggiori studiosi a livello mondiale del telo sindonico vi è il prof.Luigi Garlaschelli: non certo un ateo mangiapreti, ma in realtà docente del Dipartimento di Chimica Organica dell’Università di Pavia, dunque una persona altamente specializzata nella disciplina scientifica a cui fanno capo le ricerche sindoniche. Già nel 1998 il prof.Garlaschelli ha confermato l’età del telo (con una fiducia del 95%) al periodo compreso fra il 1260 e il 1390 (risultati pubblicato nell’articolo Il Mistero del Telo Sindonico), ma poi ha fatto ancor di più, riproducendo nel 2009 una copia del telo uguale all’originale con tecniche e materie prime disponibili nel 1300, ovvero proprio nel periodo nel quale i test scientifici hanno fissato l’origine di esso.
Un’altra preziosa fonte di informazioni scientifiche è il sito del CICAP, nel quale varie sezioni sono dedicate alla Sindone e in particolare una riporta il resoconto del convegno “Le origini della Sindone” promosso al Politecnico di Torino dal CICAP Piemonte nel 2001. Accordo sulla datazione, dibattito aperto sul meccanismo di formazione: queste, in poche parole, le conclusioni di quel convegno tra i più titolati organizzati da sempre sull’argomento.
La stessa Wikipedia, infine, nell’articolo dedicato alla Sindone, giunge con inevitabile obiettività alle stesse conclusioni; l’articolo è utile anche per informarsi sugli altri teli sindonici che ci sono un po’ ovunque in Europa – altra questione che rivela dove stia effettivamente la realtà dei fatti… E molto bella è la citazione dello studioso Yves Delage – del 1902! – che lo stesso articolo pubblica: “Si è introdotta senza necessità una questione religiosa in un problema che, in sé, è puramente scientifico, con il risultato che le passioni si sono scaldate e la ragione è stata fuorviata“.

Lo si ribadisce ancora: quanto sopra non toglie e non deve togliere a nessuno la libertà di visitare l’ostensione della Sindone a Torino, e di lasciarsi suggestionare dal valore tradizionale che ad essa è stato conferito. Tuttavia, quando la realtà dei fatti viene tirata per i capelli, strattonata e anche gettata via per fare spazio a una verità di comodo, più funzionale a certi fini, l’ostensione rischia di diventare ostentazione: il monsignore presidente della Commissione per la Sindone della diocesi di Torino, ad esempio, il quale dichiara che “la forza della Sindone sta proprio nella povertà di certezze“… Un controsenso totale che palesa perfettamente quanto la gerarchia ecclesiastica tenti di arrampicarsi sui vetri pur di imporre la Sindone come ennesimo emblema di potere, di dominio e assoggettamento religiosi, peraltro in questo modo essendo la prima a mancarvi di rispetto e a disprezzare il suo valore storico…

Non resta che augurarsi che chiunque si recherà a Torino per ammirare il telo sindonico lo faccia con la mente ben libera dalle fanfaluche monsignorili qui sopra citate, così che possa godere della sua suggestione e non subirne la sottomissione, e perché sia ostensione, appunto, e non ostentazione… E per concludere proprio sul tema, ecco un bell’articolo tratto da Riforma del 13 Giugno 2008, a firma di Giuseppe Platone e intitolato, guarda caso…

L’ostentazione della Sindone
Nella primavera del 2010 ci sarà l’ostensione della Sindone a Torino. La notizia pronunciata direttamente dal papa ha incontrato il pieno accordo di tutti i vertici istituzionali piemontesi. Per il sindaco di Torino Chiamparino è una «bella notizia che attendevamo da tempo». Come dargli torto? In effetti la Sindone muove milioni di pellegrini. O meglio: turisti attratti dal fascino misterioso che emana quel «sacro lino» che avrebbe avvolto il corpo di Gesù. Autentico o non autentico? Le prove al carbonio 14 che datano il lenzuolo ai tempi dei crociati (che tornavano in Europa dalla Terra Santa con bottini carichi di reliquie) sembrano non più valide. L’autonomia della scienza è rimessa in discussione dalla pseudo scienza sindonologica.
In effetti a dar ragione ai tre laboratori che avevano radiodatato il lenzuolo nel Medioevo crollerebbe l’ipotesi dell’autenticità e con essa il potere di attrazione della Sindone. Dal punto di vista del turismo è un affare senza pari. Le istituzioni pubbliche promettono di trovare risorse. Si parla di un primo investimento di dieci milioni di euro. Insomma tutti contenti di questo evento religioso che dovrebbe portare a Torino nuove masse in una città che è sempre più visitata. La guida Michelin ha assegnato a Torino una nuova stella.
Come protestanti che non hanno né il culto delle immagini [«Non farti scultura, né immagine alcuna delle cose che sono lassù nel cielo o quaggiù sulla terra o nelle acque sotto la terra. Non ti prostrare davanti a loro e non li servire.» (Esodo 20, 4-5)] né praticano la venerazione di oggetti o reliquie né lucrano indulgenze, prendiamo distanza da certe pratiche religiose. Dal sangue di san Gennaro al culto di Padre Pio, le cui spoglie mortali sono state riesumate e finemente restaurate a uso dei fedeli, sino al «sacro lenzuolo» di Torino emerge una teologia dell’immagine che intercetta un profondo bisogno di religione.
Le dichiarazioni d’entusiasmo riguardo all’annuncio dell’ostensione ci rendono perplessi anche in sede ecumenica. Appare, una volta di più, l’enorme distanza che ci separa dalla chiesa di Roma. Al di là della considerazione che il denaro pubblico potrebbe essere meglio investito rispetto all’alimentare queste pratiche devozionali popolari, non credo che i cristiani debbano arrendersi al prorompente bisogno religioso di toccare, vedere, sentire la divinità. Quasi che Dio fosse questione d’immagine. La Parola di Dio da sola, testimoniata nelle Scritture, non è forse sufficiente? L’immagine ha solo un valore pedagogico, didattico. Non mi sembra che l’evangelo vada nella direzione del culto o se si vuole della venerazione di raffigurazioni. Contemplare un ipotetico volto di Cristo, pregare davanti a una reliquia non aggiunge nulla alla fede.
Si dirà che fede e armamentario religioso, fatto di statue, reliquie, immagini, icone non necessariamente debbano farla a pugni. Una realtà non escluderebbe l’altra. Ma la fede evangelica esclude il culto di immagini e oggetti che dovrebbero condurci alla divinità. Ci sentiamo liberi di dissentire come credenti e come cittadini visto che l’operazione Sindone la paghiamo anche noi che cattolici non siamo. Il libro che sul tema scrisse Carlo Papini: «Sindone, una sfida alla scienza e alla fede» (Claudiana, 1998) non è mai stato smentito. Nel generale clima di consenso è rimasta una delle poche voci di controinformazione
“.

Meditate gente, meditate!…

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Il Bando di Concorso della Va edizione del “Premio di Poesia Città di Castrovillari – Pollino” per poesia edita e inedita

L’Accademia delle Arti comunica che è in rete il Bando del “Premio di Poesia Città di Castrovillari – Pollino”.

Comprende due sezioni:
Poesia Edita – iscrizioni entro il 10 Maggio 2010;
Poesia Inedita – iscrizioni entro il 22 Giugno 2010 (dedicata al noto statista castrovillarese Francesco Varcasia, venuto a mancare prematuramente).

Tutte le notizie riguardanti le passate edizioni, sono consultabili sul sito dell’Accademia.

L’Accademia coglie inoltre l’occasione per ringraziare quanti, fra poeti e editori, italiani e non, ci hanno pregiato di partecipare alle trascorse edizioni, facendo di questo Premio uno dei più qualificati e prestigiosi in Italia; nonché ringraziare quanti lavorano ogni volta alla buona riuscita dell’evento, tra intellettuali, operatori culturali, giornalisti, media e siti web che, con umiltà e passione, si adoperano ogni giorno affinché la Poesia continui ad esistere… nella nostra vita e nei nostri sogni.

Per ogni ulteriore dettaglio:

Accademia Delle Arti
Dipartimento Letteratura
www.accademiadellearti.org
info: (+39) 328.3721649
fax (+39) 06.233217470

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L’inferno presunto, e l’inferno reale…


(Immagine LUCAS JACKSON/REUTERS tratta dal sito del Time)

L’immagine qui sopra pubblicata è forse una delle più belle in assoluto di quelle scattate al vulcano Eyjafjallajokull: i fulmini che scaturiscono dalla nube di polvere e gas eruttata dalla bocca vulcanica danno veramente una vivida impressione di un paesaggio infernale… E in effetti molti media hanno parlato di “inferno” riferendosi al vulcano islandese – o forse ancor più ai danni economici che ha causato alle compagnie aeree; ma è stato un “inferno” naturale, ineluttabile e indipendente o, si può dire, superiore alle cose umane…

Perché se di “inferno” si deve parlare e si può tragicamente osservare, questo lo è molto di più:


La piattaforma della BP in fiamme nel Golfo del Messico.

Questo sì è un inferno, e un inferno assolutamente umano. Un inferno generato dalla stupidità dell’uomo, dalla boria che ha storto il progresso rendendolo da virtuoso deleterio, e potenzialmente letale… Ce la meriteremmo tutta, questa condanna infernale, se non fosse che a subirne le peggiori conseguenze sarà la Natura, l’ambiente e tutte le specie viventi che lo abitano, vittime innocenti della nostra folle corsa verso l’autodistruzione e di una delle sue divinità più potenti: il petrolio… Da una parte, un inferno presunto che ha causato qualche giorno di disagio negli aeroporti e un po’ di debiti; dall’altra un inferno reale – l’ennesimo – che sta causando la morte del mondo in cui viviamo.

Cosa vi sembra più infernale?

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Booknews da Nottetempo: “La Chiesa e il Regno”, di Giorgio Agamben

logo_nottetempo

presenta:

Lo dico qui e ora misurando le mie parole: oggi non vi è sulla terra alcun potere legittimo e i potenti del mondo sono essi stessi convinti di illegittimità

LA CHIESA E IL REGNO
di Giorgio Agamben

Nella teologia cristiana la sola istituzione che non conosce fine né tregua è l’inferno. Per questo il modello politico odierno, che pretende a una economia infinita del mondo, è propriamente infernale. Se la chiesa perde la sua vocazione messianica e il suo rapporto con la fine del tempo, essa non può che essere trascinata nella rovina che minaccia oggi tutti i governi e le istituzioni della terra.
Questa conferenza, pronunciata nella cattedrale di Notre-Dame di Parigi l’8 marzo 2009, è una meditazione sul senso politico delle cose ultime.

Collana: sassi
Prezzo: 3 euro
Pagine: 24
Uscita: 6 maggio

Per ogni altra informazione:
Nottetempo, via Zanardelli 34, 00186 Roma, tel/fax 06.68308320
www.edizioninottetempo.it

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Galleria d’Arte 18, Bologna: dal 29/04 al 12/05 “Italians Do It Better”, rassegna collettiva Basilea/Bologna

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La Galleria 18
Via San Felice n.18, Bologna
presenta

Italians do it Better

Giovedì 29 aprile 2010, ore 20:30
Presenta: il critico d’Arte Prof. Franchino Falsetti

Dopo la rassegna di Basilea, giovedì 29 aprile alle 20:30 vernissage per la Mostra Collettiva dal titolo “Italians it to Better” presso la Galleria d’Arte 18, uno degli spazi più originali e d’avanguardia dell’Arte a Bologna. Presenta la Mostra il critico d’Arte Prof. Franchino Falsetti.

Scheda tecnica
Periodo: dal 29 aprile al 12 maggio 2010
Luogo: Galleria d’Arte 18, Via San Felice 18, 40122 Bologna
Inaugurazione: Giovedì 29 aprile 2010 ore 20:30
Ingresso: gratuito
Orari: dal lunedì al venerdì: 10.00-19.00; sabato 15.00-19.00.
Artista in mostra: Collettiva

Infos:
GALLERIA 18
via S. Felice, 18 – 40122 Bologna
Tel. 051 40 70 368
www.galleriadarte18.it Orari: mart./ven. 10.00-19.00, sab. 15.00-19.00

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Influenza suina: non dovevamo morire a milioni? No, sono morte solo l’etica e l’onestà…

Ve la ricordate l’Influenza Suina, la H1N1?
Ma sì, la peste del XXI secolo, la terrificante pandemia, decine di milioni di contagiati, milioni di morti… Lo annunciava la stessa OMS!…
Ricordate?
No? Beh, è normale: non c’è stato nulla del genere, e la percentuale di casi letali si è rivelata addirittura minore rispetto alla comune influenza, tant’é che la stessa OMS ora istituisce una commissione d’inchiesta per indagare sulla propria condotta – per farsi dire come mai si sia dimostrata così inetta, in parole povere…
Cronache da Thule ha fin da subito intuito e denunciato l’enorme mistificazione che si vedeva benissimo dietro la questione: tutta una gran panzana, costruita ancora una volta a favore della potente lobby delle case farmaceutiche, in base al principio assai valido nella società contemporanea che più persone si credono malate, più soldi grazie ad esse si possono fareQUI potete leggere tutti i post dedicati all’argomento dal blog.

Il giorno 20 scorso, su www.tio.ch, ecco che bella notizia si poteva leggere, a riprova di tutto quanto detto – uff, come se ce ne fosse ancora bisogno di conferme in merito!…:
Novartis ha annunciato oggi risultati in forte rialzo per il primo trimestre del 2010. Il fatturato del colosso farmaceutico elvetico è aumentato del 25% a 12,1 miliardi di dollari, mentre l’utile netto è progredito del 49% a 2,9 miliardi, indica una nota odierna del gruppo.
L’utile operativo EBIT ha registrato un incremento del 50% a 3,5 miliardi di dollari (3,7 miliardi di franchi). I risultati sono superiori alle previsioni degli analisti.
“.
E attenzione, siore e siori:
L’azienda sta ancora beneficiando della vendita del vaccino contro la H1N1. Soltanto la vendita del vaccino ha fruttato 1,1 miliardi di dollari“. (qui il link all’articolo originario).
Capito?
Più ammalati saremo – e se non lo saremo ce lo faranno credere, o ci ammaleranno con chissà quale veleno – vaccini in primis… – più soldi loro faranno!
E dulcis in fundo, chicca finale:
Per l’esercizio in corso, l’azienda prevede di continuare ad aumentare il giro d’affari (circa il 5%)“.
Quale malattia si inventeranno ora?
Di cosa ci faranno credere ammalati?
Quale vaccino pretenderanno di vendere e di iniettarci?
In che modo, insomma, ci vorranno nuovamente prendere per il c..o per fare ancora più soldi di quanti già ne fanno, alla faccia nostra e della nostra vera salute?

Scusate la scurrilità, ma tali personaggi meritano solo parole di livello pari al loro…

Sperando che tutti quanti si possa essere meno allocchi e più avveduti, così da non farci prendere ancora in giro da quegli immondi personaggi, non resta che concludere citano il blog di Minimum Fax Minima et Moralia, che sagacemente in questo post pubblica il sonetto 1115 del geniale Giuseppe Gioachino Belli, assolutamente in tema pur se scritto quasi due secoli or sono…:

Li bbeccamorti
18 marzo 1834

E cc’affari vòi fà? ggnisuno more:
sto po’ d’aria cattiva è ggià ffinita:
tutti attaccati a sta mazzata vita…
Oh vva’ a ffà er beccamorto con amore!

Povera cortra [1] mia! sta llí ammuffita.
E ssi [2] vva de sto passo, e cqua er Ziggnore
nun allúmina un po’ cquarche ddottore,
la profession der beccamorto è ita.

L’annata bbona fu in ner disciassette. [3]
Allora sí, in sta piazza, era un ber vive, [4]
ché li morti fioccaveno a ccarrette.

Bbasta…; chi ssa! Mmatteo disse jjerzera
c’un beccamorto amico suo je [5] scrive
che cc’è cquarche speranza in sto Collèra.

[1] Coltre.
[2] E se.
[3] Nel 1817, anno del tifo petecchiale.
[4] Era un bel vivere.
[5] Gli.

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23 Aprile, Giornata Mondiale del Libro UNESCO

La Giornata Mondiale del Libro e del Diritto d’Autore, proclamata come ogni anno per il 23 aprile, è divenuta ormai un appuntamento fisso fondamentale nel calendario delle manifestazioni culturali italiane. Quest’anno la Conferenza Generale Unesco (tenutasi dal 6 al 23 ottobre 2009) ha recepito le risoluzioni della Generale Assemblea delle Nazioni Unite di celebrare il 2010 come Anno Internazionale del ravvicinamento delle culture e quindi di avviare un conseguente piano di azione. L’obiettivo da perseguire consiste nel consolidare ed intensificare il dialogo tra culture per incrementare il rispetto etico alla diversità ed alla mutua comprensione, elementi chiave interni alla Carta delle Nazioni Unite e alla Costituzione dell’UNESCO. Quindi il tema dominante suggerito dall’Unesco sarà incentrato sul libro come avvicinamento e dialogo tra culture.

Clicca sul logo della Giornata per visitare il sito UNESCO dedicato e conoscere i dettagli e gli eventi organizzati dalla Commissione Nazionale Italiana.

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Radio Thule # 12-09/10 in podcast: “IL LATO OSCURO DELLA GRIGNA”, alla scoperta del mondo sotterraneo delle montagne lecchesi…

Radio Thule, anno VI, nr.12, lunedì 19 Aprile 2010:
IL LATO OSCURO DELLA GRIGNA
Ovvero: Radio Thule in esplorazione delle viscere della terra sotto i nostri piedi, alla scoperta dell’incredibile e sostanzialmente sconosciuto mondo sotterraneo che le montagne lecchesi (Grigne e non solo) nascondono, grazie ad una guida d’eccezione…

> Per ascoltare o scaricare il file audio, clicca sul logo di Radio Thule o sul titolo della puntata qui sopra.

Ospite in studio: Paolo Cesana, istruttore di speleologia e membro del Gruppo Speleologico Lecchese.

Gli argomenti: tutti sappiamo che un po’ ovunque nel mondo vi sono grotte e cavità sotterranee, più o meno lunghe e profonde, più o meno spettacolari e famose, e qualcuno avrà forse avuto modo di visitarne qualcuna; già meno sappiamo cosa sia effettivamente la speleologia, quella specialità che permette l’esplorazione delle suddette cavità per svelarne le bellezze nascoste e i misteri più profondi; ma nella nostra zona pochissimi sanno che il lecchese, e in particolare le montagne della provincia di Lecco, sono un piccolo/grande paradiso della speleologia, e che soprattutto il Grignone nasconde nelle sue viscere un vero e proprio labirinto sotterraneo, con alcune delle grotte più profonde d’Italia, conosciute e visitate da speleologi di tutta Europa ma, appunto, quasi del tutto sconosciuto ai lecchesi che sopra di esso vivono quotidianamente. In questa puntata, grazie alla preziosa guida di Paolo Cesana, istruttore di speleologia e membro del Gruppo Speleologico Lecchese, Radio Thule vi farà conoscere come si scoprono e si esplorano le cavità sotterranee, e vi porterà alla scoperta delle principali grotte del lecchese, alcune delle quali veramente “da primato”, e che tutt’ora continuano a regalare nuove scoperte e sorprese agli speleologi che nei loro meandri vi si avventurano…
Il tutto come sempre, in perfetto stile Radio Thule: con chiarezza, semplicità, un pizzico di necessaria ironia, e la consueta selezione musicale di alta qualità.

Inoltre, per i nostalgici, da non dimenticare la “tradizionale” replica della puntata su RCI Radio ogni domenica alle ore 13.00!

N.B.: prossimo appuntamento con Radio Thule, lunedì 3 Maggio 2010.

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Aldo Busi, “Casanova di se Stessi”

Tutto lo stile tipicamente Busiano, raffinato ed esclusivo tanto quanto tagliente e a volte efferato nel vivisezionare la quotidianità contemporanea per infilarci storie di fantasiosa realtà e trarne considerazioni di caustico realismo, affiora in questo lungo romanzo, in cui la trama vera e propria è continuamente intrecciata da lunghi monologhi di stampo pseudo-autobiografico sospesi tra la sociologia applicata e la filosofia più pratica e ordinaria, dunque sotto molti aspetti la più importante dacché le sue implicazioni sono parte ordinaria della vita di tutti i giorni; il tutto amalgamato dalla presenza dello scrittore-narratore che è personaggio interno alla storia pur rimanendovi sempre sostanzialmente fuori e staccato dai bizzarri protagonisti, che sembrano ognuno un puzzle di tanti soggetti che, appunto, animano la vita quotidiana di una società come la nostra (nel caso del romanzo, quella della provincia di Brescia), con tutti i loro (pochi) pregi e con i (tanti) difetti. Busi nel complesso scolpisce una artistica medaglia – d’arte linguistica come probabilmente nessun altro riesce a fare oggi nella letteratura italiana – di una società di provincia che è lo specchio paradigmatico di chissà quante società e neanche solo di provincia, e che rappresenta la parte preponderante e spinale della complessiva società nazionale – e una medaglia con le solite/inusitate due facce: l’una, che intendo come positiva, denota un vero e proprio affetto “antropologico” per l’essenza di quella società, per il suo essere tradizionalmente formata dall’intreccio delle vite degli individui che la popolano, che si anima sulla loro quotidianità e ne compendia l’energia vitale, e che mi sembra si delinei, nel romanzo, come un vero e proprio super-personaggio, un’entità matrice dei figli che vi fanno parte e la vivono, in fondo pura e armonica alla vita sociale stessa, che però viene contaminata e ammalata dal rovescio di quella medaglia, il lato negativo, la sostanza di essa ovvero la sua effettiva realtà, che è la realtà degli individui in essa molti dei quali ne rifiutano il legame che Busi denota per inseguire la parte oscura di una vita, quella disegnata nell’ipocrisia, nel perbenismo e nel conformismo più falso e falsamente puritano per inseguire chimere sociali la cui artificiosità rende artefatta anche la vita di chi le brama.
L’impressione finale, classica con Busi, è che non si sia letta una storia sulla quale l’autore ha elaborato certe considerazioni, ma viceversa che si sia letto un saggio per il quale la storia narrata non è stata che il necessario contorno esemplificativo: un saggio romanzato di un finissimo sociologo che ha il pregevole difetto di dire certe cose “scomode” con troppa originale franchezza. Ingegnoso e non così facile da leggere, è tuttavia assai facile da consigliare.

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